Il Mondo della Fotografia Sudek L’ARCHIVIO DI JOSEF SUDEK PRESSO IL MUSEO DI ARTI DECORATIVE di PRAGA

L’ARCHIVIO DI JOSEF SUDEK PRESSO IL MUSEO DI ARTI DECORATIVE di PRAGA

 



TOUR EUROPEO di RICERCA FOTOGRAFICA:

L’ARCHIVIO DI JOSEF SUDEK PRESSO IL MUSEO DI ARTI DECORATIVE di PRAGA

di Marcus Bunyan

Visita: Martedì 10 settembre 2019; pubblicazione: dicembre 2019

Dal sito originale

Traduzione dall’inglese di Andreina Mancini


Josef Sudek (Ceco, 1896-1976)
Střelecký Ostrov, Praga (Isola di Střelecky con il Ponte della Legione e il fiume Moldava, Praga)
Anni 1950-60
Stampa alla gelatina d’argento
 

Lo spirito non ha confini.

Durante il mio tour di ricerca fotografica in Europa sono stato invitato nella sede fuori Praga dove si trova la collezione del Museo delle Arti Decorative, per una visione privata delle stampe d’epoca del maestro fotografo ceco Josef Sudek. Che privilegio!

Ringrazio di cuore Jan Mlčoch, curatore delle collezioni fotografiche dell’u(p)m di Praga, per la competenza, l’entusiasmo e la disponibilità di tempo e di spirito con cui mi ha mostrato una quarantina di stampe d’epoca di Josef Sudek e 6 libri rari. Jan non riusciva a credere che l’interesse per Sudek potesse arrivare addirittura dall’Australia!

 

Tutte le fotografie d’epoca sono state donate dalla famiglia al museo.

1 –  Prima di tutto, mi sono stati mostrati 6 libri rari di fotografie di Josef Sudek. Il più interessante era il libro “Praha panoramatická”, un’edizione di 300 copie pubblicata nel 1959 da SNK LHU. Questo libro, che ha una copertina in tela con il disegno di una stella, presentava 284 lastre panoramiche in rotocalco. Le foto iniziano dal centro di Praga e poi si sviluppano a spirale secondo la zona, fino alla campagna, da dove viene inquadrata di nuovo la città. Diverse pagine doppie presentavano sul lato sinistro un primo piano panoramico di una casa o di un edificio e sul lato destro uno scatto più da lontano dello stesso edificio. Vicino/lontano. Le immagini, la tonalità e la visione di quest’uomo erano incredibili.

 

2 –   In secondo luogo, mi sono state mostrate stampe a contatto d’epoca degli anni 1950-1960, le cui dimensioni vanno dai negativi 4 x 5″ (stampati su carta 8 x 10″) fino ad almeno 12 x 16″.

 

3 –   Tutte le stampe a contatto sono centrate su carte a impressione singola, alcune semi-opache, altre leggermente lucide, con il resto del foglio ESPOSTO AL NERO. Questo era il metodo di stampa preferito da Sudek: un unico negativo/esposizione per ogni foglio di carta, senza mai tagliare il foglio.

 

4 –  NESSUN NERO VERO E NESSUN BIANCO BRILLANTE. I toni variano dalla zona 2 alla zona massima 7,5-8. La cosa più insolita è la tonalità grigia delle stampe che si fonde quasi completamente nello spettro di zone da 2 a 8. Nessuna delimitazione netta. In questa visualizzazione tutte le riproduzioni hanno un contrasto decisamente elevato (comprese queste immagini per iPhone!).

 

5 –  Il pezzo forte era costituito da 3 fotografie a pigmento originariamente montate da Sudek nel 1953 (vedi due foto sotto). Foto inserite tra due lastre di vetro, montate su pezzi di carta di colore diverso (rosa, un’altra quasi carta velina) con stampe a pigmento. In un esempio, i bordi del vetro sono sigillati con piombo. Ricorda l’uso da parte di Stieglitz di cartoncini colorati per l’incorniciatura. Le stampe erano così “inchiostrate”, – “di una profondità e di un calore così straordinari”.

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In molte occasioni mi sono commosso fin quasi alle lacrime, perché le stampe erano davvero emozionanti. Come ha osservato il mio amico Randall Tosh a proposito delle stampe, “il suo approccio alle stampe è così diverso dal canone Weston/Adams di metà secolo. Non credo che funzionino sempre, ma quando funzionano sono incredibili”. Da quello che ho potuto osservare durante questa visita, hanno funzionato incredibilmente bene.

È stata un’esperienza sublime, uno dei momenti fotografici più belli della mia vita. Il magico lavoro di Sudek mi ha sempre colpito come una forma di psicoterapia e così si è dimostrato… la fotografia come forma di guarigione dopo le ferite riportate durante la Prima Guerra Mondiale.

Lo spirito non ha confini.

Dr Marcus Bunyan

 

 

Ringrazio Jan Mlčoch per avermi permesso di pubblicare le fotografie in questo post e Alfonso Melendez e il gruppo pubblico di Facebook di Josef Sudek per la loro capacità e competenza, grazie alle quali è stato possibile scoprire il luogo e la data di alcune delle immagini qui presentate. Si prega di cliccare sulle fotografie per una migliore visualizzazione dell’immagine.

 

“Non c’è un approccio, non c’è una ricetta. Ogni cosa deve essere fatta in modo diverso”.

Josef Sudek

 

 Josef Sudek. Praha panoramatická, copertina , SNK LHU, 1959

 

“Praha Panoramaticka (Praga in fotografie panoramiche)”, pubblicato da Statni Nakladatelstvi, Praga nel 1959. Con 284 suggestive fotoincisioni panoramiche in bianco e nero di Praga e della campagna circostante, Sudek cattura magistralmente la città che amava e dimostra perché si è guadagnato il soprannome di “Poeta di Praga”. In The Photobook: A History, Martin Parr e Gerry Badger forniscono un’ottima analisi: “Sudek è un fotografo il cui portfolio di opere suggerisce che per lui la fotografia era necessaria come il respiro, Josef Sudek ha raccontato la città di Praga e i suoi dintorni con la stessa intensità con cui Eugene Atget ha raccontato Parigi. Il suo capolavoro è uno dei libri fotografici più singolari mai realizzati, Praha panoramaticka (Panorama di Praga).”

 

Per creare questo patrimonio di immagini memorabili, Sudek ha utilizzato una vecchia macchina fotografica Kodak Panorama del 1894 con un obiettivo a molla che produceva un negativo di circa 4 x 12 pollici. Fra tutti i suoi libri, questo riassume il suo amore per Praga. La macchina fotografica panoramica è un forte elemento unificatore delle immagini, ma lo è anche l’occhio democratico di Sudek, che non trascura nulla. La sua sensibilità verso la combinazione di luce, tempo e  spazio non è mai stata superata. Praha panoramaticka è una vera e propria enciclopedia su come impostare, realizzare e unificare una fotografia panoramica. E come se questo non bastasse, alla fine del libro Sudek riesce anche a realizzare un trucco quasi impossibile: dei buoni panorami verticali”.

 

Testo tratto dal sito web di Abebooks [Online] Citato il 09/11/2019

Josef Sudek. Pagine del libro Praga panoramica, SNK LHU, 1959

 

 

Josef Sudek (Ceco, 1896-1976)

Entrambe Střelecký Ostrov, Praga (Isola di Střelecký, Praga)

Anni 1950-1960

Stampa alla gelatina d’argento

 

 

 

Josef Sudek (Ceco, 1896-1976)

Střelecký Ostrov, Praga (Isola di Střelecký, Praga)

Anni ’50-’60

Stampa alla gelatina d’argento

 

 

 

Josef Sudek (ceco, 1896-1976)

entrambe Střelecký Ostrov, Praga (Isola di Střelecký, Praga)

Anni 1950-1960

Stampa alla gelatina d’argento

 

 

 

Josef Sudek (ceco, 1896-1976)

Střelecký Ostrov, Praga (Isola di Střelecký, Praga)

Anni ’50-’60

Stampa alla gelatina d’argento

 

 

  

Josef Sudek (Ceco, 1896-1976)

Střelecký Ostrov, Praga (Isola di Střelecký, Praga) con la statua di San Giovanni Nepomuceno?

anni ’50-’60

Stampa alla gelatina d’argento

 

San Giovanni Nepomuceno (o Giovanni Nepomuceno) (ceco: Jan Nepomucký; tedesco: Johannes Nepomuk; latino: Ioannes Nepomucenus) (1345 circa – 20 marzo 1393) è il santo della Boemia (Repubblica Ceca) che fu annegato nel fiume Moldava per ordine di Venceslao, re dei Romani e re di Boemia. Secondo testimonianze successive, fu il confessore della regina di Boemia e si rifiutò di divulgare i segreti del confessionale. Sulla base di questo resoconto, Giovanni Nepomuceno è considerato il primo martire del Sigillo della Confessione, protettore contro le calunnie e, per le modalità della sua morte, protettore dalle inondazioni e dagli annegamenti.

Testo tratto dal sito di Wikipedia

 

 

Josef Sudek (Ceco, 1896-1976)

La finestra del mio studio, Praga

1944-1953

Stampa alla gelatina d’argento

© Museo delle Arti Decorative di Praga

 

 La finestra del mio studio, Praga

1944-1953

Stampa alla gelatina d’argento

© Museo delle Arti Decorative di Praga

 

 

 

Josef Sudek (Ceco, 1896-1976)

Jaro v mé zahrádce (Primavera nel mio giardino)

1953

Stampa a pigmenti

© Museo delle Arti Decorative di Praga

 

 

Josef Sudek (Ceco, 1896-1976)

Jaro v mé zahrádce (Primavera nel mio giardino)

1953

Stampa a pigmenti

© Museo delle Arti Decorative di Praga

 

 

 

 

Josef Sudek (Ceco, 1896-1976)

Jaro v mé zahrádce (Primavera nel mio giardino) (particolare)

1953

Stampa a pigmenti

© Museo delle Arti Decorative di Praga

 

 

 

 

Josef Sudek (Ceco, 1896-1976)

Senza titolo

1953

Stampa a pigmenti

© Museo delle Arti Decorative di Praga

 

 

 

Josef Sudek (Ceco, 1896-1976)

Senza titolo

1953

Stampa a pigmenti

© Museo delle Arti Decorative di Praga

 

 

 

Josef Sudek (Ceco, 1896-1976)

Senza titolo (dettaglio)

1953

Stampa a pigmenti

© Museo delle Arti Decorative di Praga

 

 

 

Tavola 38 Senza titolo 1950-1954 dal libro Josef Sudek Still Lifes, Torst, 2008

 

 

Dalla metà degli anni Venti fino alla morte, avvenuta nel 1976, il fotografo ceco Josef Sudek ha fotografato architetture gotiche e barocche, scene di strada e nature morte – lasciando di solito l’inquadratura priva di persone e catturando uno scorcio poetico e estremamente caratteristico di Praga. Le nature morte sono l’aspetto più conosciuto della sua opera; infatti, le sue graziose rappresentazioni di bicchieri e uova sono familiari anche a chi non conosce necessariamente il suo nome. Assecondando la sua natura solitaria, negli anni Quaranta Sudek iniziò la serie La finestra del mio studio. Questo gli permise di catturare scene di strada senza uscire di casa e gli fece scoprire una particolare predilezione per il modo in cui il vetro rifrange la luce. Le nature morte nacquero dagli accostamenti informali che Sudek sistemava sul davanzale della finestra, che lo impegnarono per diversi anni. Raffigurando una serie di oggetti quotidiani con una spiccata abilità artistica – alcuni sono stati realizzati in omaggio a pittori amati come Caravaggio – la serie merita uno sguardo più approfondito. Questo volume è il primo studio accurato sulle nature morte di Sudek ed esplora anche il suo uso creativo della stampa al carbone – un processo di pigmento su carta di cotone non usato frequentemente in fotografia – che ha conferito a molte delle sue immagini una straordinaria profondità e calore.

Testo tratto dal sito web di Amazon

 

 

 

Josef Sudek (Ceco, 1896-1976)
Labirinto  sul mio tavolo

1967
Stampa alla gelatina d’argento

© Museo delle Arti Decorative di Praga


 

 

Tavola 22

Labirinto sul mio tavolo 

1967

dal libro di Daniela Hodrová e Antonín Dufek

Joseph Sudek Labyrinths, Torst, 2013

  

Come i precedenti volumi The Window of My Studio e Still Lifes, questa nuova monografia di Josef Sudek raccoglie una serie di fotografie realizzate all’interno dello spazio di lavoro del fotografo ceco. Lo studio di Sudek era notoriamente al limite dell’arte dell’installazione, come ha ricordato il poeta Jaroslav Seifert: “Il surrealismo di Breton avrebbe potuto trovare lì la propria dimensione”. Un disegno di Jan Zrzavy giaceva arrotolato accanto a una bottiglia di acido nitrico, che stava su un piatto dove c’erano una crosta di pane e un pezzo di carne affumicata e morsicata. Sopra di esso era appesa l’ala di un angelo barocco da cui pendeva il berretto di Sudek… Questo disordine era così pittoresco, così immensamente ricco, che si poteva quasi definire una strana ma sottilissima opera d’arte”. Raccolta qui in tutta la sua surreale bellezza, la serie dei Labirinti raffigura assemblaggi multistrato di oggetti in combinazioni variabili all’infinito.

Testo tratto dal sito web di Google Books

 

 Cartelle di stampe d’epoca di Josef Sudek presso il Deposito Centrale UPM Stodůlky

 

 


 

u(p)m Il Museo delle Arti Decorative

110 00 Praga 1

Telefono: +420 778 543 900

u(p)m Museo delle Arti Decorative di Praga sito web




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